Tu esisti

Ciò che ricordi la sera, ha in qualche modo dato un significato alla tua giornata.

Schiocchi di dita che servono a ricostruire il giorno appena trascorso, tasselli di un puzzle che continuamente, l’indomani, ti appresti nuovamente a ricostruire.

Mi ha colpito una persona. È allo stesso tempo donna e madre. In lei queste due anime sembrano farsi un po’ i dispetti: la prima tende a prevalere sulla seconda, ma la seconda si dimostra sempre prioritaria rispetto alla prima. Per quanto possa valere la mia opinione, credo che l’essere madre avvalori l’essere donna.

Poco importa, ora. Parlava freneticamente, inebetendo gli uditori. Schizzando da un argomento all’altro, sciorinava la sua lunga lista di impegni, la sua intensa lista di cose da fare. Chiedeva di tanto in tanto qualcosa di te, che le stavi accanto. Non le serviva ascoltare la risposta, quasi non l’attendeva nemmeno.

Parlava di sé, stendendo rotte infinite con le parole. Chissà quali tragitti torneranno a galla nella sua testa, una volta giunta la sera.

La notte disintegra le ultime ventiquattrore e ne rimpasta altre ventiquattro. Le lascia pronte come il fornaio lascia pronto il pane. Quando ti alzi ne puoi sentire il profumo. Ed è negli incontri che farai, nelle persone che ascolterai, nelle cose che dirai, che costruirai la tua giornata. Tra le tante, quelle cose che rimarranno nella tua testa una volta giunta la sera, saranno lì per dirti: tu esisti.

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